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Enotria, storia del vino in Calabria

Aggiornamento: 28 set 2022





La viticoltura in Calabria ha origini antiche. Le civiltà preesistenti erano già dedite ad una viticoltura rudimentale quando sulle coste della Calabria approdarono i Greci (744 a.C.), i quali promossero una viticoltura più evoluta, riconoscendo nella Calabria un territorio fertile, adatto alla produzione vitivinicola.

E fu così che gli stessi Greci chiamarono Enotria(Oinotròiquesta terra,

Sibari divenne mercato vinicolo attivo e presto se ne aggiunsero altri, come Crotone e Locri. Che la vite costituisse un investimento è testimoniato da quanto riportato dalle Tavole di Eraclea in cui si afferma che i terreni a vite avessero un costo di affitto sei volte superiore rispetto agli altri terreni mantenuti con altre colture.

Poco si sa dei vini che venivano prodotti nella antica viticoltura calabrese. Noto è il vino di Biblina, un vino ottenuto da un vitigno originario della Tracia e coltivato dai Greci in suolo italico, da Siracusa fino al nord della Calabria. Altri vini di cui è riportata l’esistenza sono la Centula, il vino di Ciragio, il vino Pesciotta ed il vino Chiarello.

Nella viticoltura moderna i vitigni calabresi più importanti sono il Gaglioppo (padre del Cirò Rosso e Rosato ma anche del Melissa Rosso), il Greco Bianco (padre di numerosissimi vini DOC tra cui il Bivongi, il Cirò Bianco, l’omonimo Greco di Bianco, il San Vito di Luzzi, ecc.), il Montonico (padre del Bivongi, del Donnici e del Pollino), il Magliocco Canino, il Nerello, il Guardavalle, il Pecorello Bianco, la Guarnaccia, il Greco Nero ed i Prunesta (impiegato per numerosi vini IGT calabresi).


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